Chi ha un gatto sa benissimo che il suo benessere psicofisico è sempre al primo posto. Per questo è fondamentale tanto la prevenzione quanto la cura di ogni tipo di infezione. In questo articolo andremo ad esaminare la micosi del gatto: sintomi, trattamenti e prevenzione. Scopriremo che questa infezione può essere trasmessa anche all’uomo.
Ecco una serie di informazioni utili per sapere qualcosa in più su questa patologia.
Che cos’è la micosi del gatto
La micosi del gatto, detta anche tigna o dermatofitosi felina, è una malattia infettiva causata da funghi patogeni che vivono sul pelo e sulla cute dell’animale (per questo ti consigliamo subito la guida su tutto ciò che dovresti conoscere sul mantello del gatto). In particolare, si tratta di funghi cheratinofili e cheratolitici, detti anche dermatofiti. Possono infettare anche lo strato corneo dell’epidermide e le unghie dei nostri piccoli felini, ma anche quelle di cani e di altri animali.
Si manifesta con un quadro clinico variabile da un esemplare all’altro, ma il sintomo più comune è l’alopecia non pruriginosa, accompagnata da una possibile infiammazione cutanea di intensità variabile. Le zone più comuni in cui la micosi del gatto può manifestarsi ed espandersi sono: la testa (in particolar modo le orecchie), il dorso e le zampe. Insomma, quasi nessuna parte del corpo è esclusa. Le spore dei funghi patogeni sono decisamente resistenti nell’ambiente e possono causare infezioni per diversi mesi. Il periodo di incubazione della micosi, o tigna, va da una a tre settimane.
Quali sono i sintomi della tigna nel gatto?
La manifestazione della micosi del gatto varia da un esemplare all’altro. Tuttavia, possiamo riassumere i sintomi più comuni nel modo seguente.
- Alopecia, con perdita di pelo a chiazze o con rarefazione diffusa del pelo.
- Eritema ed esfoliazione, con conseguente forfora sul mantello (specie nelle razze a pelo lungo).
- Chiazze di pelo spezzato, con eventuali pustole o croste.
Tra le altre possibili manifestazioni della micosi del gatto rientrano:
- la dermatite miliare, con perdita di pelo e crosticine diffuse sul corpo;
- l’onicomicosi e la paronichia, quando coinvolge le unghie del gatto;
- la dermatite seborroica, particolarmente diffusa nei gatti Persiani;
- la follicolite con papule e comedoni;
- lesioni nodulari chiamate pseudomicetomi e micetomi;
- piodermite secondaria;
- lesioni peri-oculari.
Qualunque siano i sintomi, ricorda che i nostri a-mici possono manifestare una micosi anche leccandosi e mordicchiandosi con particolare frequenza durante la giornata. Le sedi più diffuse sono il dorso del naso e le zampe anteriori. Tuttavia, un prurito diffuso non è necessariamente il sintomo di una micosi. Il controllo dal tuo Medico Veterinario di fiducia potrà eliminare ogni dubbio.
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TROVA UN MEDICO VETERINARIOCause: come si infetta un gatto?
Gran parte delle micosi del gatto sono causate da Microsporum canis, un agente che predilige il mantello dei nostri piccoli a-mici. Più raramente è dovuta da altre tipologie di dermatofiti dei generi Microsporum gypseum, Trichopyton ed Epidermophytom. Questi ultimi attaccano con meno frequenza il pelo dei gatti e altrettanto basse sono le possibilità che possono infettare roditori, bovini ed equini.
La trasmissione avviene tramite contatto con un gatto portatore asintomatico o con dermatofitosi attiva. Oppure tramite materiale contaminato: cucce, copertine, trasportini, strumenti di toelettatura. Alcuni gatti sono semplici vettori meccanici che non presentano un’infezione attiva. Questa dinamica può causare la trasmissione anche all’uomo tramite contatto diretto con le spore presenti sul mantello o nell’ambiente. Le zone più colpite sono viso e braccia ma non si escludono anche altri parti del corpo.
Diagnosi della micosi del gatto e cura
Diagnosi e cura sono due aspetti cruciali per il benessere del tuo gatto affetto da micosi. Evita le diagnosi “fai da te” e rivolgiti al tuo Medico Veterinario di fiducia per verificare o meno l’infezione da micosi. Anche questo articolo, puramente informativo, non si sostituisce ad una visita veterinaria. Pertanto, la diagnosi va fatta in laboratorio attraverso le seguenti indagini.
- Lampada di Wood. Il pelo del gatto è illuminato con luce ultravioletta che, grazie alla fluorescenza verde emessa da alcuni ceppi di Microsporum canis, può confermare la presenza di una micosi.
- Esame microscopico del pelo. Attraverso l’osservazione tricoscopica si punta a individuare dermatofiti e spore responsabili della micosi e delle alterazioni del pelo del gatto (presenza di ife e spore all’interno del fustopilifero, pelo spezzato).
- Esame colturale dei dermatofiti. Attraverso il prelievo di alcuni peli del gatto (tramite strappamento o spazzolamento) si predispone un terreno di coltura per la crescita degli agenti eziologici. Dopo alcuni giorni, lo sviluppo di una eventuale colonia fungina conferma la diagnosi iniziale. Il terreno di coltura consente di individuare il tipo di dermatofita responsabile della micosi mediante analisi al microscopio.
La cura della micosi del gatto prevede innanzitutto un isolamento da altri animali e uno stazionamento quotidiano in ambienti facili da pulire e disinfettare. La terapia farmacologia prevede generalmente la somministrazione orale di farmaci antimicotici sino a negativizzazione (confermata da ulteriori esami colturali), associata eventualmente a trattamenti locali come lozioni, shampoo o schiume disinfettanti. In alcuni casi è indispensabile la tosatura. Dopo circa 4 settimane è necessario un esame colturale di controllo. In caso positivo, occorre proseguire la terapia. La guarigione è stabilita dopo 2-3 colture micotiche negative consecutive.
Come proteggere il gatto dalla micosi?
Se la diagnosi è importante per la cura, la prevenzione è fondamentale. Al momento l’unico modo per prevenire l’insorgenza di una dermatite del gatto è evitare il contatto diretto con animali infetti. Semplice, se l’altro esemplare è un gatto con dermatofitosi attiva. Più difficile quando si tratta di un portatore asintomatico. La disinfezione e la sterilizzazione di coperte, spazzole, cucce, oggetti vari con cui è solito giocare e trasportini è un altro modo intelligente per prevenire l’insorgenza di una micosi. Consiglio: è possibile lavare le sue cose con candeggina e acqua, rapporto 1:10. Le superfici non lavabili possono essere disinfettate con prodotti antifungini spray. La temperatura è un fattore di rischio, infatti la micosi è più comune in ambienti caldi ed umidi. Occhio, dunque, al suo habitat domestico. Al momento non esiste un vaccino capace di proteggere efficacemente contro la dermatofitosi felina.
Micosi del gatto sull’uomo: sintomi e prognosi
Come anticipato in precedenza, la trasmissione della micosi all’uomo avviene tramite contatto diretto con l’animale o con le spore presenti nell’ambiente circostante. Le zone più colpite sono il viso e le braccia, senza però escludere altre zone corporee. Si presenta con lesioni cutanee ad anello, con bordi netti ed evoluzione centrifuga. Per la diagnosi è necessario rivolgersi ad un Medico Specialista (dermatologo).
La micosi del gatto è tanto fastidiosa quanto curabile. Basta intervenire in tempo. Non sottovalutare alcun sintomo e rivolgiti quanto prima al tuo Medico Veterinario di fiducia. Il tuo amichetto a quattro zampe te ne sarà grato!