Se sei fortunato, la rabbia è l’ultimo dei tuoi pensieri. Probabilmente interagisci con cani e gatti senza nemmeno preoccuparti della possibilità che possano trasmettere questa malattia a te o ai tuoi cari.
Purtroppo, invece, ci sono milioni di persone che non riescono nemmeno a immaginare una vita libera da questa paura. Per loro, la minaccia di contrarre la rabbia è terrificante, e a ragion veduta: hanno visto morire amici e parenti in seguito a un solo morso di un cane o di un gatto.
La rabbia è una patologia devastante nei paesi più poveri del pianeta, dove l’accesso ai farmaci e all’istruzione è limitato, se non assente. Per essere più precisi, il 60% di tutti i decessi umani per rabbia si verifica nel sud dell’Asia. Solo in India, sono 20.000 le morti stimate ogni anno.
È importante riconoscere due cose quando si parla di rabbia. Primo, la malattia è al 100% prevenibile. Secondo, il virus è al 100% fatale. La rabbia si diffonde rapidamente e facilmente tra i mammiferi attraverso la saliva. Quando un cane o un gatto infetto morde qualcuno, il virus viaggia attraverso il sistema nervoso della vittima fino a che non raggiunge il cervello. A quel punto, la malattia può essere fermata con la giusta terapia, ma le persone che vivono nei luoghi più poveri non hanno la possibilità o il denaro per accedere alle cure che noi diamo per scontate, e non possono fare altro che attendere con terrore la comparsa dei sintomi.
I sintomi della rabbia assomigliano, all’inizio, a quelli di una semplice influenza, ma poi peggiorano rapidamente portando a fenomeni di delirio, comportamento anomalo e allucinazioni. Quando appaiono questi sintomi, la morte è pressoché inevitabile. Attualmente, esistono solo 10 casi documentati di sopravvivenza alla rabbia e solo due non hanno avuto una storia di trattamento clinico pre o post-esposizione.
In Africa e Asia, dove il virus miete ogni anno moltissime vittime, la risposta, almeno in parte, sta nell’educazione, nei programmi vaccinali e nella diagnosi precoce. Nel 2017, per esempio, il Dipartimento di Medicina di Comunità del Kempegowda Institute of Medical Sciences, in India, ha condotto uno studio in diversi villaggi di aree remote del Paese alla ricerca di nuovi metodi per identificare gli animali malati di rabbia e con comportamenti aggressivi, e per esaminare l’atteggiamento generale delle vittime in materia di salute. I risultati dello studio sono stati incoraggianti — queste semplici misure comportano la possibilità di identificare e mirare le limitate risorse a disposizione per curare le vittime. Al momento, il sistema sanitario in India non riesce a descrivere efficacemente l’incidenza di questa malattia, ma un sistema semplice, come quello della definizione di una scorecard sulla rabbia, potrebbe aiutare gli operatori ad identificare le potenziali vittime in modo più rapido e preciso, consentendo loro di ricevere più attenzione e un miglior trattamento sanitario quando serve di più.
Ecco perché lavoriamo al fianco di altre iniziative per migliorare l’educazione e la sorveglianza nelle aree più svantaggiate del mondo, non limitandoci ad aumentare il numero delle vaccinazioni. Rendere il mondo migliore è la nostra missione – per gli esseri umani, per i cani, per tutti. Facciamo in modo che le nostre azioni abbiano un impatto significativo, lavorando con i ricercatori sul campo, comprendendo la situazione locale e poi trovando modi per migliorare ciò che accade. Fornire vaccini salva vite umane, fornire istruzione, educazione e sorveglianza salverà la vita in un futuro più a lungo termine. Una cosa è certa, siamo tutti sulla stessa barca. Vogliamo continuare a fare luce su tutto ciò che può contribuire a migliorare la nostra vita e ci auguriamo che, così facendo, anche tu deciderai di camminare al nostro fianco, ispirato e pronto ad affrontare questo viaggio insieme.
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